La mostra di Kirchner a Cecina (e la cena al Bucaniere di San Vincenzo)

Davos con chiesa; Davos d estate © Kirchner Museum Davos

Con una giornata a disposizione consiglio un giro fra Cecina, alla scoperta della Fondazione Hermann Geiger, e al Bucaniere di San Vincenzo. Alla Fondazione Geiger ho visitato la mostra Ernst Ludwig Kirchner a Davos”, che presenta una bella selezione di opere realizzate dal pittore tedesco durante il suo soggiorno nella cittadina svizzera tra il 1917 e il 1938. La mostra, voluta dalla Fondazione Geiger e organizzata in cooperazione con il Kirchner Museum Davos e con l’Archivio dell’opera completa del pittore, Wichtrach/Berna, cade nel centenario del trasferimento dell’artista in Svizzera.

Qui Kirchner giunge traumatizzato dalla prima guerra mondiale e in gravissime condizioni, con l’obiettivo di trascorrervi un breve periodo e sottoporsi a cure mediche: “Vorrei restare nel mondo e per il mondo. Queste alte montagne mi aiuteranno”, scrive. Il paesaggio alpino del Cantone dei Grigioni diventerà invece l’habitat artistico che lo accompagnerà verso un nuovo linguaggio formale, astratto e simbolico, e gli suggerirà potentemente nuove immagini. ù

Cimitero nel bosco © Kirchner Museum Davos

Kirchner arriva a Davos dopo aver trascorso un periodo nell’esercito e aver sperimentato un’odissea fra un sanatorio e l’altro. Nel 1914 si era arruolato in maniera “involontaria volontaria”, ma nel 1915 viene mandato in congedo per malattia mentale. È ricoverato in sanatorio con una diagnosi di alcolismo e assuefazione a sonniferi e morfina, e nel 1917 trascorre il suo primo soggiorno nella stazione climatica svizzera.

Davos nei primi anni Venti stava diventando un moderno centro di cura e di attività sportiva, con oltre quattordici case di cura private, duecentosedici pensioni, otto sanatori pubblici: qui giungono da tutto il mondo aristocratici e uomini di cultura nella speranza di guarire dalla tubercolosi, che nel tempo libero scacciano la noia con il divertimento e costituiscono quella società che Thomas Mann rappresenta ne “La montagna incantata” del 1924. L’alta valle alpina diventa per il pittore luogo di introspezione e rinascita, prendendo il posto della frenetica vita notturna di Berlino, ricca di quelle seduzioni e sfrontatezze che lo avevano affascinato da giovane.

Vecchio montanaro barbuto con cappello nero © Kirchner Museum Davos

Le rappresentazioni della montagna, dei contadini e del loro mondo, degli ospiti dei sanatori e delle attività sportive cui essi si dedicano, sostituiscono le scene di strada berlinesi per le quali il pittore era divenuto famoso: ad esse Kirchner si dedica attraverso la ricerca di un certo isolamento, per avvicinarsi maggiormente alla natura. Parlando della popolazione contadina, di cui idealizza il legame con l’habitat naturale, egli afferma: “Sono molto contento e felice di essere e di rimanere qui. Qui perlomeno posso lavorare un po’ nei giorni favorevoli e stare tranquillo in mezzo a questa gente semplice e buona”. Condivide questo periodo di rinascita con la compagna Erna Schilling, conosciuta insieme alla sorella Gerda fra il 1911 e il 1912 durante un’uscita notturna a Berlino.

Dapprima sua modella e amante, Erna diventa sua critica e sua principale collaboratrice, nonché mediatrice verso il mondo esterno. La compagna è protagonista di una serie di ritratti fotografici, cui Kirchner si dedica utilizzando la fotografia come strumento di scoperta e di invenzione, senza tuttavia mai considerarla come genere artistico a sé stante. Il pittore fotografa se stesso, Erna, gli ospiti che accoglie nella propria abitazione, il paesaggio alpino, la popolazione contadina, soggetti nudi sia in interno che in ambienti esterni, realizzando così un archivio di idee e di documentazione della propria attività di artista.

Nina Hard ed Erna Schilling davanti alla baita di Kirchner sulla Stafelap © Kirchner Museum Davos

La mostra espone numerose di queste fotografie, che costituiscono un’ulteriore testimonianza artistica oltre ai dipinti, alle xilografie, ai disegni e alle litografie, una raccolta generosa di opere d’arte imperdibili per una mostra davvero molto interessante.

Questa esposizione è stata l’occasione per scoprire la Fondazione Hermann Geiger, ente morale senza finalità di lucro, e visitare il suo splendido spazio culturale, peraltro con ingresso libero. Il personale è stato gentilissimo, e il materiale cartaceo a disposizione dei visitatori per approfondire l’opera e la figura di Kirchner – anch’esso gratuito – abbondante ed esaustivo.

In occasione di questa visita mi sono poi recata a cena a San Vincenzo, distante 20 minuti in auto, e sono andata al Bucaniere, ristorante “pied dans l’eau” disegnato da Massimiliano Fuksas e gestito da Fulvietto Pierangelini, figlio del proprietario del Gambero Rosso.

Un’esperienza che consiglio caldamente, per ammirare il sole che tramonta sul mare e assaggiare deliziosi originali piatti in un ambiente molto suggestivo.

Il Bucaniere di San Vincenzo e i piatti assaggiati:

La mappa della Fondazione Geiger e del Bucaniere di San Vincenzo:

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