Il Cinquecento a Firenze: la nuova mostra di Palazzo Strozzi

Sala II, Prima del 1550

Il confronto tra la Deposizione dalla croce di Volterra del Rosso Fiorentino, la Deposizione di Santa Felicita di Pontormo e il Cristo deposto di Besanҫon del Bronzino è senz’altro una delle emozioni che rimangono più impresse nella memoria di chi visita la nuova mostra di Palazzo Strozzi dedicata al Cinquecento a Firenze. Si tratta di un confronto inedito, e imperdibile, che vale da solo la visita, ma a cui seguono altre scoperte, rese possibili dall’esposizione di opere restituite al godimento grazie a un’importante campagna di restauro, (diciassette quelle sottoposte a intervento), e dall’accostamento di temi sacri e profani, secondo il binomio “lascivia” e “divozione” che nel corso del Cinquecento convisse procedendo su vie parallele, trattato dai medesimi artisti nello stesso tempo.

Andrea del Sarto, Compianto su Cristo morto (Pietà di Luco) @ Fondazione Palazzo Strozzi

Dopo le prime sale, dedicate a maestri quali Michelangelo e Andrea del Sarto, e alla nascita – prima del 1550 – dei linguaggi che saranno sviluppati nei decenni successivi, il percorso si svolge procedendo per confronti: la terza sala accoglie le pale di altare create nello spirito e secondo le prescrizioni della Controriforma, la quarta è dedicata al ritratti, la quinta è intitolata “gli stili dello Studiolo”, e offre una cernita della varietà di stili che convivevano nelle arti fiorentine nel tardo Cinquecento e che trovarono una summa nello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio.

Alessandro Allori, Venere e Amore – dettaglio

La sesta sala rappresenta un contraltare alla terza, mostrando come gli stessi artisti che nelle pale d’altare rispettavano i principi della controriforma parallelamente percorrevano una via allegorica e sensuale. Le ultime due sale sono dedicate alle opere realizzate al volgere del secolo o già nel successivo, quando si guarda alle novità espressive di città come Roma e Bologna ed emerge un rinnovato interesse verso il naturalismo.

Jacopo Zucchi, Amore e Psiche – dettaglio

Tra i primati che rendono la mostra davvero imperdibile, il ritorno a Firenze del Cristo deposto del Bronzino, che era collocato nella cappella di Eleonora di Toledo in Palazzo Vecchio nell’agosto 1545 e che nel settembre dello stesso anno fu inviato come dono in Francia, da dove non aveva fatto più ritorno; l’ampio numero di pittori e scultori, quarantuno, di cui sono esposte oltre settanta opere; la possibilità di vederne restaurate diciassette, come il Compianto su Cristo morto di Andrea del Sarto, il Dio fluviale di Michelangelo, la Deposizione di Pontormo, l’Immacolata concezione di Bronzino.

Alessandro Allori, Ritratto di donna – dettaglio

La mostra sarà visitabile fino al 21 gennaio 2018 e in contemporanea – nelle sale sotterranee di Palazzo Strozzi – si svolge “Utopie radicali. Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976” dedicata alla stagione creativa fiorentina del movimento radicale tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Tutte le informazioni sulle esposizioni sono reperibili sul sito della Fondazione Palazzo Strozzi, mentre qui si trova la mia personale galleria di immagini.

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