Ninfa e il suo fiume

Il giardino di Ninfa, sorto sulle rovine di una città abbandonata

Il giardino di Ninfa
Il giardino di Ninfa

A un’ora da Roma consiglio la gita al giardino di Ninfa, per scoprire un giardino storico da sette secoli legato alla famiglia Caetani: qui piante e alberi secolari crescono attorno alle rovine di una città medievale, secondo un gusto romantico di grande suggestione. Il suo nome deriva da un tempietto di epoca romana dedicato alle Naiadi, ninfe delle acque sorgive, che si trova nei pressi dell’attuale giardino, sorto ai margini del fiume omonimo.

Questo luogo entrò a far parte dei domini pontifici nell’VIII secolo ma acquisì rapidamente una grande importanza perché costituiva l’unico passaggio per arrivare a Roma dal sud, evitando le zone paludose: l’imposizione di un pedaggio a chiunque transitasse consentì lo sviluppo di un centro urbano con numerose chiese ed abitazioni. Nel 1294 Benedetto Caetani divenne papa con il nome di Bonifacio VIII, ed aiutò il nipote Pietro II ad acquisire il controllo della città, che da quel momento in poi fu legata alla potente casata. Per questo motivo Ninfa subì una sorte di rovina e disfatta quando le due avverse fazioni della famiglia si scontrarono nella guerra interna al papato fra i sostenitori dell’antipapa Clemente VII e quelli di Urbano VI: la città fu distrutta e non venne più ricostruita.

L’idea di creare su queste rovine un “giardino delle delizie” risale al XVI secolo, quando il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, affidò a Francesco da Volterra l’incarico di realizzare un hortus conclusus accanto ai resti della rocca medievale. Alla sua morte seguì un nuovo periodo di abbandono, fino a quando il progetto venne ripreso dal duca Francesco IV nel XVII secolo: l’imperversare della malaria determinò anche stavolta un nuovo abbandono. Alla fine dell’Ottocento infine Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onorato Caetani, portò avanti la bonifica della palude e liberò le rovine dalle piante infestanti che le avevano ricoperte, restaurandole completamente. Piantò alberi di alto fusto e rose, secondo un gusto romantico, e trasformò il palazzo baronale nella casa di campagna di famiglia. Il luogo nel frattempo aveva acquisito grande notorietà per il suo fascino, divenendo la “Pompei del medioevo” visitata dai viaggiatori del Grand Tour. La nuora di Ada, Margherite Chapin, continuò la cura del giardino, e a lei seguì la figlia Leila, ultima discendente dei Caetani, che prima della morte – avvenuta nel 1977 – istituì la Fondazione Roffredo Caetani con lo scopo di preservare Ninfa e tramandare il nome dei Caetani.

Passeggiando per i viali e i sentieri del giardino di Ninfa si possono ammirare le vestigia dell’antica cittadina – che nel periodo di massimo splendore aveva quattordici chiese, centocinquanta abitazioni, mulini, tre ponti (di cui uno di epoca romana), ospedali, il castello, due monasteri, la cinta muraria. Attorno a queste rovine il giardino all’inglese è attraversato da ruscelli e ospita oltre milletrecento piante mediterranee ed esotiche, favorite dal microclima favorevole: tra di esse magnolie decidue, betulle, aceri giapponesi, ciliegi e meli ornamentali, noci americani, iris lacustri, gelsomini, glicini, bambù cinesi, camelie, viburni, caprifogli, numerose varietà di rose rampicanti, piante tropicali come l’avocado, la gunnera manicata del sud America, i banani.

In occasione della visita al giardino consiglio di arrivare anche a Sermoneta, per visitare la cittadina e il castello – anch’esso possedimento dei Caetani – che subì le alterne vicende della casata e per un secolo fu proprietà dei Borgia. Come i giardini, la visita è esclusivamente guidata (sul sito della Fondazione sono indicati gli orari e i giorni di apertura).

Ninfa e il suo fiume
Ninfa e il suo fiume

Informazioni utili: il giardino di Ninfa è aperto solo in alcune date per preservare l’equilibrio dell’ecosistema, con ingresso prenotabile on line sul sito https://www.giardinodininfa.eu. Per una sosta gourmet suggerisco infine a Sermoneta il ristorante Simposio al Corso, per l’ottima cucina – peculiare la salsa di limone selvatico Trombolotto – l’atmosfera familiare e il servizio attento e curato.

Agli appassionati, come me, di giardini consiglio gli articoli raccolti nella sezione dedicata del sito.

Altre immagini:

Mappa del giardino di Ninfa e di Sermoneta:

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