La Cattedrale di san Cerbone vista dall'abside

Il borgo di Massa Marittima, gioiello della Maremma dalla storia millenaria

Piazza Garibaldi, la Cattedrale di san Cerbone
Piazza Garibaldi, la Cattedrale di san Cerbone

La mostra “Ambrogio Lorenzetti in Maremma. I capolavori dei territori di Grosseto e Siena” allestita presso il complesso museale di San Pietro all’Orto è stata l’occasione per passeggiare nuovamente nel borgo di Massa Marittima, autentico gioiello situato fra le colline metallifere, nell’entroterra grossetano.

Fra gli elementi di interesse della cittadina vi è senz’altro l’imponenza di alcuni complessi architettonici di epoca medievale, testimonianza della potenza e della ricchezza di Massa nel corso del basso Medioevo, quando fu fiorente Comune in virtù dello sfruttamento delle vicine miniere di rame e d’argento. Nel 1380 diede i natali a San Bernardino da Siena, di cui resta a testimonianza una targa affissa sulla facciata della presunta abitazione paterna.

Cattedrale di san Cerbone, la navata centrale
Cattedrale di san Cerbone, la navata centrale

Consiglio di intraprenderne la visita a partire dalla piazza principale, piazza Garibaldi, su cui affaccia – con un’originale disposizione in diagonale – la scenografica chiesa di San Cerbone: si tratta della cattedrale di Massa, che colpisce l’attenzione per la sua facciata, nella parte inferiore in stile romanico, gotico in quella superiore, e per la sua irregolare disposizione. Fondata nei primi anni dell’XI secolo è intitolata al vescovo Cerbone (già vescovo di Populonia dal 570 al 573).

All’interno se ne ammira l’Arca, capolavoro di scultura risalente al 1324 opera di Goro di Gregorio, con rilievi raffiguranti le storie del santo (alcuni episodi si osservano anche in facciata, sull’architrave del portale d’ingresso). A sinistra dell’abside, nella cappella della Madonna, si trova una magnifica Madonna col Bambino attribuita a Duccio di Buoninsegna, mentre all’inizio della navata si trova un affresco recentemente riferito ad Ambrogio Lorenzetti rappresentante l’Annunciazione. Di fronte si ammira il fonte battesimale opera di Girolamo da Como del 1267 con Storie del Battista e altro.

La Stele di Vado all'Arancio
La Stele di Vado all’Arancio

A poca distanza dal Duomo, raggiungibile percorrendone la strada in discesa alla sua sinistra, si giunge al Palazzo dell’Abbondanza, che sotto tre archi ogivali accoglie l’omonima fonte pubblica: la sua particolarità deriva dall’affresco che ne decora il fondale, rappresentante l’albero della fecondità affollato da numerose donne che se ne contendono i frutti.

Alla destra del Duomo si trova invece il Palazzo Pretorio, antica residenza del Podestà risalente al 1230 circa e oggi sede del Museo archeologico, che racconta la storia della regione a partire dal Miocene fino agli insediamenti etruschi.

Di grande interesse è la Stele di Vado all’Arancio, una scultura antropomorfa del III millennio a.C., unico esemplare del genere ritrovato in Toscana al di fuori della Lunigiana. La presenza etrusca è invece testimoniata dai reperti rinvenuti attorno al vicino Lago dell’Accesa, su cui si sviluppò un esteso abitato articolato in cinque quartieri.

Di fronte al Duomo, sempre su piazza Garibaldi, si erge il Palazzo Comunale, complesso romanico in travertino ricavato dall’unione di più case-torri. A destra del Palazzo si apre la via principale del borgo, via della Libertà, dove al numero 63 si trova il rifacimento della presunta casa di San Bernardino da Siena.

Via Moncini verso porta Silici
Via Moncini verso porta Silici

A sinistra del Palazzo Comunale si apre via Moncini, che nel suo ripido percorso collega la città medievale alla città nuova, risalente al XIII e XIV secolo: in cima, superata la doppia Porta alle Silici del XIV secolo, si erge la quadrangolare Torre del Candeliere (o dell’Orologio), unica testimonianza della fortificazione eretta dai massetani nel 1228. Dopo la sottomissione della città a Siena, avvenuta nel 1335, i senesi costruirono il Cassero e vi unirono, tramite un ardito arco a ponte, la Torre del Candeliere. Attorno si osservano le antiche case senesi, ultime vestigia di un perduto splendore: dopo la sottomissione infatti, per Massa ebbe inizio la decadenza. Dalla Torre, su cui è possibile salire, si gode un magnifico panorama sulla città e sulla vallata sottostante, mentre lo sguardo arriva fino al golfo di Follonica e, oltre, all’isola d’Elba.

Percorrendo da qui il corso Diaz si giunge alla chiesa di Sant’Agostino, risalente al 1299-1313, sulla cui sinistra si apre un bel chiostro. Accanto, si trova la facciata dell’antica chiesa di San Pietro all’Orto, che oggi ospita al piano terreno la sede di un sestiere e al primo piano l’originale Museo degli organi meccanici antichi: la collezione, privata, comprende organi datati tra Settecento e Novecento. Al suo interno si ammira il lacerto di affresco – solo in parte restaurato – raffigurante San Cristoforo, opera di Ambrogio Lorenzetti.

Museo degli Organi Meccanici Antichi, una sala
Museo degli Organi Meccanici Antichi, una sala

Procedendo lungo la via si giunge infine al Complesso Museale di San Pietro all’Orto, che ospita una interessante raccolta permanente di opere del Trecento e Quattrocento, provenienti dalla Cattedrale e da altre chiese cittadine. Tra quelle che mi hanno maggiormente colpito, gli altorilievi in alabastro grigio del misterioso “Maestro dei rilievi” (XII secolo) e le undici statue di profeti, santi e apostoli (opera di Gano di Fazio e di Camaino di Crescentino, risalenti ai primi decenni del Trecento), entrambi provenienti dal Duomo di San Cerbone. Vi è poi la splendida Maestà di Ambrogio Lorenzetti, che adesso è inserita nel percorso della mostra a lui dedicata.

Foto di alcune opere del Complesso Museale di San Pietro all’Orto:

Altri musei da visitare in città sono il Museo della Miniera e il Museo di arte e storia delle miniere, il primo allestito all’interno di una galleria – lunga 700 metri – che riproduce l’ambiente della miniera, il secondo dedicato a raccontare la vita e il lavoro dei minatori attraverso gli attrezzi di loro uso quotidiano. Vi è poi l’Antica Falegnameria, che espone gli strumenti di cinque generazioni di falegnami, e l’Esposizione di cimeli risorgimentali.

Altre immagini del borgo di Massa Marittima:

A pochi chilometri di distanza si trova il suggestivo Lago dell’Accesa, meta di bagnanti in cerca di frescura. Attorno alle sue acque blu, immerse in un bel bosco, si possono ammirare – con accesso libero – i resti dell’antica urbanizzazione etrusca.

Foto del lago e dei resti dell’insediamento etrusco:

Dove mangiare: consiglio senza indugio la Tana dei Brilli, in vicolo del Ciambellano 4. Ci sono stata un paio di volte e ho sempre pranzato con grande soddisfazione. Il menù è tipicamente maremmano e i piatti privilegiano ingredienti locali e di filiera corta, tanto che l’osteria – peraltro piccolissima! – merita la segnalazione di Slow Food. Ecco alcuni piatti:

Informazioni utili: tutte le informazioni necessarie alla visita dei complessi museali (giorni e orari di apertura, indirizzi, numeri telefonici) sono reperibili sul portale della Rete Museale della Maremma, sul sito www.museidimaremma.it. Per quanto concerne la mostra temporanea dedicata ad Ambrogio Lorenzetti, a questo indirizzo è consultabile il depliant dedicato, mentre questo ed altri eventi organizzati nel territorio comunale sono indicati sulla pagina del portale dedicato al turismo del Comune, www.turismomassamarittima.it. L’insediamento etrusco lungo le sponde del Lago dell’Accesa e nel bosco circostante è ad accesso libero. Per ogni ulteriore informazione sui luoghi da non perdere nel territorio delle Colline Metallifere, a questo indirizzo è possibile consultare o scaricare la miniguida aggiornata.

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