Meraviglie di Siena: la Cattedrale, il Battistero e il Museo dell’Opera del Duomo

Navata centrale della cattedrale

Fino al 25 ottobre si potrà ammirare lo straordinario pavimento della Cattedrale, realizzato in commesso marmoreo e graffito in un arco temporale di diversi secoli, dal Trecento all’Ottocento, grazie al concorso di opera e ingegno di numerosi artisti. Si tratta di un’opera unica, che è possibile contemplare per pochi mesi ogni anno, in occasione della sua scopertura: un’opportunità dunque imperdibile per godere di questa meraviglia, articolata in un complesso programma figurativo, suddiviso in cinquantasei tarsie, dedicato alla celebrazione della sapienza. Gli artisti che lo hanno reso possibile furono tutti di origine senese tranne uno, Pinturicchio, che realizzò il cartone preparatorio del riquadro del Monte della Sapienza. Le prime tarsie furono tratteggiate sopra superfici di marmo bianco, incise con lo scalpello e il trapano in solchi poi riempiti di stucco nero, procedura che venne successivamente perfezionata utilizzando marmi colorati accostati insieme, come in una tarsia lignea, tecnica denominata “commesso marmoreo”.

Pavimento della cattedrale: iscrizione all’ingresso

All’ingresso della navata centrale un’iscrizione invita ad entrare con atteggiamento casto – “Ricordati di entrare castamente nel castissimo tempio della Vergine” – e ad essa segue la tarsia con Ermete Trismegisto, fondatore della sapienza umana, quello con la Lupa che allatta Romolo e Remo (l’unico realizzato a mosaico, e per questo probabilmente il più antico), la tarsia con il Monte della Sapienza realizzata dal Pinturicchio. Nelle navate laterali vi sono i riquadri delle Sibille, cinque per ogni navata, che insieme alle figurazioni della navata centrale svolgono il tema della sapienza nell’antichità classica e pagana.

Nel transetto e nel coro viene rappresentato lo stesso tema attraverso momenti della storia del popolo ebraico e della salvezza cristiana: tra i riquadri più spettacolari, quello della Strage degli innocenti di Matteo di Giovanni e quelli con le Storie di Elia ed Acab e alcune Storie di Mosé di Domenico Beccafumi.

Affreschi della libreria Piccolomini

Un altro capolavoro da ammirare in tutto il suo splendore è la libreria Piccolomini, che si trova sul fianco nord occidentale della cattedrale, realizzata da Francesco Todeschini Piccolomini per onorare la memoria dello zio Enea Silvio (papa Pio II) e conservare il ricco patrimonio bibliografico da lui raccolto a Roma. L’ambiente fu interamente affrescato fra il 1503 e il 1508 dal Pinturicchio e dalla sua bottega e lungo le pareti illustra dieci episodi della vita del Piccolomini, mentre la volta è decorata a grottesche. Sotto gli affreschi, custoditi in vetrine disposte lungo le pareti, si ammirano alcuni codici miniati del XV secolo.

Vetrata di Duccio di Buoninsegna

Il Museo dell’Opera del Duomo conserva altre meraviglie, in particolare la grande vetrata (il suo diametro è sei metri) realizzata da Duccio di Buoninsegna il 1287 e il 1290 e destinata all’abside della Cattedrale. Essa è esposta al termine del corridoio che conserva le statue scolpite da Giovanni Pisano per la facciata, raffiguranti Sibille, Profeti e Filosofi dell’antichità, e il tondo di Donatello con la Madonna con Bambino. Un altro capolavoro di Duccio di Buoninsegna si può ammirare al primo piano, è la Maestà del Duomo di Siena e fu realizzato tra il 1308 e il 1311. Sulla facciata anteriore della pala è raffigurata la Madonna in trono tra santi ed angeli, mentre la facciata posteriore era divisa in ventisei scene narranti la Passione di Cristo.

Pietro Lorenzetti, Natività della Vergine

Nella stessa sala si trova anche la Natività della Vergine di Pietro Lorenzetti, risalente al 1342. La visita del Museo è interessante anche perché è allestito negli ambienti che dovevano costituire la navata destra del Duomo Nuovo, le cui prime tre campate furono costruite a partire dal 1339. L’impresa tentata dai senesi, che venne interrotta dopo la peste del 1348, aveva un obiettivo ambizioso, ovvero ampliare la cattedrale esistente trasformandola nel transetto di un complesso ben più grande, di cui però furono edificate solo le prime tre campate della navata destra, che oggi appunto ospitano il Museo, e quella che doveva diventare la nuova facciata, denominata “facciatone”.

Volta del Battistero e fonte battesimale

Al di sotto della Cattedrale si trova il Battistero, raggiungibile scendendo una scala monumentale a partire dalla piazza del Duomo nuovo. L’ambiente interno è diviso in tre navate, le cui volte furono interamente affrescate da Lorenzo di Pietro detto il “Vecchietta” tra il 1447 e il 1450 con gli Articoli del Credo. Al centro del Battistero si trova il fonte battesimale, risalente al 1417-1431, costituito da marmi, bronzi e smalti realizzati, tra gli altri, da Donatello, Lorenzo Ghiberti, Jacopo della Quercia.

Acquistando il biglietto unico “Opa si pass” è inoltre possibile visitare – oltre alla Cattedrale, alla libreria Piccolomini, al Museo dell’Opera del Duomo e al Battistero – la cripta, che conserva un ciclo pittorico, risalente alla seconda metà del Duecento, che non solo copre le pareti ma che si estende su colonne, pilastri, capitelli, mensole.

Il “facciatone” © Opera della Metropolitana di Siena

È infine inclusa la salita fino alla terrazza panoramica del “facciatone”, da dove si ammira un panorama unico sul Duomo e sulla città di Siena, nonché sul paesaggio circostante. Acquistando il biglietto dedicato che include la “Porta del cielo” è inoltre possibile salire fino ai tetti, ammirando l’esterno e l’interno della Cattedrale da un’altezza finora preclusa ai visitatori, privilegio esclusivo delle maestranze dell’Opera. Tutte le informazioni utili alla visita sono facilmente reperibili sul sito dell’Opera della Metropolitana di Siena.

Affresco del Pellegrinaio © Santa Maria della Scala

Insieme alla visita di queste meraviglie consiglio una sosta al complesso di Santa Maria della Scala, situato proprio di fronte alla Cattedrale, che costituisce una testimonianza incredibile della storia della città: oltre ad essere luogo di accoglienza dei pellegrini, fu ospedale, ricovero dei poveri e rifugio per i “gettatelli” (i bambini abbandonati), assommando – come la sua complessità architettonica ben rivela – molteplici funzioni. Il luogo più prezioso di tutto il complesso è senz’altro la Sala del pellegrinaio, così chiamato perché inizialmente destinato all’accoglienza dei pellegrini: l’ambiente, un’unica sala con volte a crociera, fu affrescato da vari artisti tra il 1440 e il 1444 secondo un programma iconografico che illustra le attività caritative che venivano svolte.

Fienile e marmi della Fonte Gaia © Santa Maria della Scala

Meritano inoltre una visita sia i locali del fienile – che espongono in mostra i marmi originali della Fonte Gaia realizzata da Jacopo della Quercia – sia il Chiasso vecchio di Sant’Ansano, grande strada coperta che svolgeva la funzione di asse del traffico interno al Santa Maria e su cui affacciano i locali sotterranei che attualmente ospitano il Museo Archeologico Nazionale.

Maestà di Simone Martini © Comune di Siena

Considero imprescindibile la visita del Palazzo Comunale, che sorge su Piazza del Campo e che conserva affreschi imperdibili del Trecento senese quali l’Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, la Maestà e Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini. Di grande interesse anche la Pinacoteca Nazionale, che custodisce opere – fra i tanti – di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Sassetta, Domenico Beccafumi, il Sodoma.

Per una sosta a pranzo o a cena consiglio l’Enoteca I Terzi, nei pressi di Piazza del Campo, il cui nome deriva dalla posizione, alla confluenza dei terzi in cui è divisa la città (Terzo di San Martino, Terzo di Camollia e Terzo di Città). L’ambiente confortevole, il servizio sempre impeccabile e il menù semplice ma curato ne fanno uno dei miei ristoranti preferiti.

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