Mago in età virile, tradizionalmente identificato con Giovanni VIII Paleologo, imperatore d’Oriente

La Cappella dei Magi di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, capolavoro di Benozzo Gozzoli

Palazzo Medici Riccardi su via Cavour (l’antica via Larga)
La Cappella dei Magi a Palazzo Medici Riccardi. Il palazzo su via Cavour (l’antica via Larga)

Questa gloriosa città di Firenze è straordinariamente grande e di uguale non incontrammo fra le città sopra descritte: le chiese in essa sono molto belle e grandi ed i palazzi sono eretti in pietra bianca, molto alti e ad arte creati; la città attraversa un fiume grosso e molto rapido, di nome Arno; e su questo fiume un ponte di pietra si getta, assai largo e su entrambe le sue sponde s’alzano degli edifici“. Queste parole furono scritte da un anonimo religioso russo che faceva parte della delegazione del vescovo di Mosca Isidoro al Concilio di Firenze del 1439-1442. Nel suo “Viaggio al concilio di Firenze” l’anonimo descrive per i suoi confratelli e compatrioti le “meraviglie” della città che aveva visitato.

Mago anziano, tradizionalmente identificato con Giuseppe II patriarca di Costantinopoli
Mago anziano, tradizionalmente identificato con Giuseppe II patriarca di Costantinopoli

Lo scopo fondamentale del Concilio era trattare l’unione della chiesa latina e della chiesa ortodossa, e vide la partecipazione di una nutrita delegazione bizantina: vi presero parte papa Eugenio IV, l’imperatore Giovanni VIII Paleologo (che auspicava anche un aiuto dell’occidente nella guerra contro i turchi ottomani, che ormai assediavano il suo impero), il patriarca di Costantinopoli Giuseppe II, teologi e dotti quali Basilio Bessarione, Isidoro vescovo di Mosca, Giorgio Gemisto Pletone, Giovanni Argiropulo.

Lo svolgersi a Firenze di un evento di questa importanza consentì l’arrivo di illustri personaggi, e gli esotici cortei delle delegazioni straniere impressionarono fortemente gli artisti fiorentini: fra di essi Benozzo Gozzoli, che ne rappresentò le immagini nella cappella privata di palazzo Medici Riccardi. L’artista fiorentino affrescò la cappella della famiglia Medici entro il 1462, sviluppando senza interruzioni sulle tre pareti un corteo dei re Magi e raffigurando sulla scarsella due cori di angeli sullo stile del maestro, Beato Angelico. Sull’altare venne collocata l'”Adorazione del Bambino” di Filippo Lippi, che dal 1821 si trova a Berlino (qui si ammira una copia antica).

Parete est, subito a destra dell’altare, con il corteo del Mago giovane, tradizionalmente identificato con Lorenzo il Magnifico
Parete est, subito a destra dell’altare, con il corteo del Mago giovane, tradizionalmente identificato con Lorenzo il Magnifico

Il culto dei Magi a Firenze si era radicato sin dalla fine del Trecento: si ha notizia di un corteo che nell’Epifania del 1390 partì dal convento di San Marco e, simulando il viaggio dall’oriente verso Betlemme – giunse fino al Battistero. Ai primi del Quattrocento si formò, presso la chiesa domenicana di San Marco, una “Compagnia dei Magi” con il compito di preparare, ogni tre anni, una festa in loro onore. Nella sua progressiva conquista del governo cittadino Cosimo il Vecchio avviò un’intensa politica di mecenatismo e assunse il culto dei Magi, coloro che avevano adorato il vero Re ed erano diventati simbolo della sacralizzazione del potere, come strumento dell’epifania della famiglia Medici al cospetto della città.

Ecco dunque il corteo dei Magi che si snoda sulle mura della cappella commissionata da Piero il Gottoso (figlio di Cosimo), frutto di una scelta tematica tesa a celebrare la casata e le scelte politiche e culturali del padre, nelle cui figure si intrecciano gli episodi della cronaca cittadina: tradizionalmente infatti nella figura del Mago anziano viene identificato Giuseppe II patriarca di Costantinopoli, in quello maturo l’imperatore Giovanni VIII Paleologo, nel Mago giovane Lorenzo di Piero (il Magnifico), il maggiore dei nipoti di Cosimo, che aveva già svolto quella parte nel corteo dell’Epifania del 1459. Quest’ultima identificazione sarebbe confermata anche dal cespo di alloro che incornicia il volto del giovinetto come una sorta di aureola.

Corteo del Mago giovane fra i personaggi, il primo cavaliere a destra è identificato con Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini. Sul cavallo accanto al suo, Galeazzo Maria Sforza, duca di Pavia. Il terzo personaggio a cavallo è Cosimo il Vecchio, mentre il quarto cavaliere è identificato con il figlio, Piero il Gottoso. Tra i due, con una singolare acconciatura, potrebbe esservi Carlo o Giovanni, figli illegittimi di Cosimo
Corteo del Mago giovane fra i personaggi, il primo cavaliere a destra è identificato con Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini. Sul cavallo accanto al suo, Galeazzo Maria Sforza, duca di Pavia. Il terzo personaggio a cavallo è Cosimo il Vecchio, mentre il quarto cavaliere è identificato con il figlio, Piero il Gottoso. Tra i due, con una singolare acconciatura, potrebbe esservi Carlo o Giovanni, figli illegittimi di Cosimo

Oltre che all’occasione del Concilio di Firenze e alle rievocazioni del corteo dei Magi caratteristiche dell’Epifania fiorentina, gli affreschi di Benozzo devono il loro impianto anche ai festeggiamenti organizzati nel 1459 per l’arrivo a Firenze di papa Pio II Piccolomini, Galeazzo Maria Sforza (presente in qualità di ambasciatore del padre, duca di Milano) e Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini: l’arrivo del pontefice in città era da ricondurre al suo progetto – ritenuto folle da Cosimo dei Medici, che nell’occasione si sottrasse all’incontro accusando un improvviso attacco di gotta – di organizzare una nuova crociata.

Tutti questi personaggi, e il pittore stesso, si  possono riconoscere nei volti dei partecipanti al corteo, a partire appunto dai tre Magi. In tutta l’opera inoltre riverberano i richiami araldici e simbolici alla casata dei Medici, con il ripetersi dei colori bianco rosso e verde cari alla famiglia, il motivo delle “palle” utilizzato a scopo decorativo, il disegno dell’anello con diamante e le tre piume di struzzo, corredato dal motto “semper”.

 

Per lo studio della cappella mi è stato di aiuto l’agile volumetto “I re Magi di Benozzo a Palazzo Medici” di Franco Cardini, edito nel 2001 da Mandragora. Il testo dell’anonimo russo è stato pubblicato da Sellerio nel 1996 con il titolo “Da Mosca a Firenze nel Quattrocento“.

Agli amanti di Benozzo Gozzoli consiglio una visita agli affreschi della chiesa di San’Agostino a San Gimignano, nonché al ciclo realizzato nella chiesa di San Francesco a Montefalco e ai tabernacoli della Madonna della Tosse e della Visitazione presso il Museo Bego di Castelfiorentino.

Questo il video girato all’interno della cappella:

Altre immagini della Cappella dei Magi:

La mappa della Cappella dei Magi:

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